Le mie poesie

Nel gennaio del 2008 scrissi ad un amico una lettera, nella quale, tra l’altro, dicevo così:

“….. . In questi giorni, scartabellando le mie scartoffie, ho ritrovato una breve poesia che ebbi occasione di scrivere all'inizio del 2005. Ahimè! E' un piccolo peccato che tengo nascosto! Talora, dismettendo i pennelli, mi approprio indebitamente della penna e riporto alcuni pensieri…” Quella poesia dal titolo “Accanto a te” venne inviata al concorso annuale che si svolge in Alassio per le poesia d’amore per San Valentino classificandosi al secondo posto su un migliaio di partecipanti. Il passo successivo fu quello di intensificare tale attività, trovando facile e naturale esprimermi nel linguaggio poetico. Lavoro che mi portò a presentare quanto scritto a chi ne sapeva molto più di me, diciamo “un esperto del settore”, che ritenne le poesie degne di essere pubblicate. Con la collaborazione della Società di Mutuo Soccorso di Solva e la disponibilità dell’Amministrazione Comunale alassina, venne alla luce il mio primo libro “Bianchi cavalli”. Ecco cosa ebbe a scrivere l’amico “esperto” nonché professor Andrea, nella prefazione:

Si può parlare con un quadro e si può dipingere con un verso. L'importante è che l'artista sappia offrirsi con sincerità al pubblico, svelando, con pochi tratti di penna o di pennello i paesaggi interiori dell'anima, e che ogni descrizione esterna abbia in realtà una doppia funzione: esprimere un sentimento personale e contemporaneamente farlo diventare universale coinvolgendo “gli altri” in un percorso che tenda alle radici comuni dell'esistenza umana. Ho parlato di pittura e di poesia perché l'autore esordiente che si presenta ai lettori con questo prezioso libretto è in realtà un pittore molto noto ed affermato, che ha percorso, nella sua carriera, un cammino culturale ed artistico complesso e profondo. Qui si ricomincia da capo, e si parte da una realtà geografica, Solva, che ha già saputo ispirare due poetesse validissime, ancorché diverse tra loro, come Franca Nattero e Olga Freghetti. Il paesaggio, le feste, ma soprattutto gli odori, i profumi di Solva sono presenti in varie composizioni dell'autore ed aprono e chiudono la raccolta, insieme ai ritratti di alcuni personaggi. Ma il tutto non è mai descrizione fine a se stessa, non è mai pittura figurativa, è sempre lieve filo di suggestioni, di suggerimenti, di aperture del cuore. Una figura su tutte domina la raccolta, anche se a lei sono dedicate in effetti soltanto alcune poesie: la moglie dell'autore, recentemente scomparsa. Ghiringhelli non si limita a fare in modo che la poesia sia eternatrice, cioè perpetui il ricordo della persona cara; fa qualcosa di più, o di diverso, perché riesce a far capire al lettore che quella persona non è morta ma è ben viva ed amata nel suo cuore; non è un ricordo ma una vera presenza. Un altro pittore innamorato di Alassio, Carlo Levi aveva detto che le parole sono pietre. Qui invece l'autore riesce a rendere lievi le parole e a farle volare verso gli ideali della speranza :”Galoppano nelle praterie del cielo . . . i miei cavalli bianchi dei pensieri . . .”: ed il bianco di quei cavalli è simbolo del rinnovato desiderio di purezza, di chiarezza di genuinità del sentimento e del desiderio. Un poeta nuovo che nasce da uno sperimentato pittore; e questa raccolta poetica è perciò un'altra prova di quell'”arte totale” di cui abbiamo tanto bisogno nella banalità deprimente del mondo che ci circonda.

Andrea Gallea

Non potevo avere critica migliore e, lusingato e spronato dal successo ottenuto, ho insistito nel lavoro. Le poesie hanno assunto una diversa espressività, assumendo un proprio linguaggio. Nonostante la mia ritrosia a proporre gli scritti alla critica, ho partecipato a qualche concorso, raggiungendo buoni risultati. Ciò mi ha consentito di essere selezionato per la pubblicazione del libro “mela liscia dell’indifferenza”, edito dalla Aletti editore, che uscirà prima di Pasqua 2013.
Di seguito troverete alcune mie poesie. Buona lettura.

Ettore Ghiringhelli

Gabbiano

Ali battono lievi,
acuto lo stridìo:
volto all’anfratto
dell’antica rupe,
fisso è lo sguardo.
Nel candore ora t’avvolgi:
al tempo andato vanno
i pensieri.
Nella nuvola dei ricordi
frugando,
all’eterea notte
socchiudi gli occhi.

(da “Bianchi cavalli”)

Viaggiando in treno da Torino verso il mare.

Dal treno 1

L’aria sorride al sole:
la neve indifferente,
stretta
nella gelida morsa,
volta le spalle.

Dal treno 2

Filanti alberi,
roteanti
prati case paesi
in fuga.
Come io fuggo
da una città
che non è più mia.

(da “Bianchi cavalli”)

C'era profumo di mare

C'era profumo di mare
quando andammo
a far quei quattro passi,
trascinati e stanchi,
davanti al Mediterranèe.
Per godere della bella giornata,
sulla panchina al sole riposasti.
Poi, accompagnata dal vento,
scendendo con fatica gli scalini,
tornasti all'auto.
Non sapevamo che sarebbe stata
l'ultima volta che ci saremmo andati
E c'era profumo di mare.

(da “Bianchi cavalli”)

Accanto a te

Bianchi ormai i capelli.
Accanto a te.
Per vivere e dare la vita.
Crescere insieme.
Verso di te
e ciò ch’è di te.
Sogno, gioia,catene spezzate:
non più pensare, ma esistere.
Responsabile della mia umanità.
Sveglio nella vita vera,
col coraggio di sognare,
per vivere fuori,
per non morire dentro.
Perché ogni istante sia resurrezione.
Cammino tortuoso,umile e forte.
Continuo a volare,
senza maschera assurda,
col mio cuore nel tuo.
Anche i tuoi capelli
han perso l’antico splendore.
Il deserto è fiorito.
Il cielo grigio è diventato rosa.
Con quest’amore,
accanto a te,
domani.

(da “Bianchi cavalli”)

Magia

Ho visto
le pietre danzare,
il mare suonare
dolci sinfonie,
gli alberi della luna
cantare.
Ho baciato
la mia solitudine.

(da “Bianchi cavalli”)

MargheRita

Splendido fiore
nel mio verde prato.
Corolla gialla
sorridente al mondo,
candidi petali
da sfogliare.
Vento maligno
di primavera
minò il tuo stelo.
Non bastò l'acqua
per le tue radici,
non ti saziò
la rugiada del mattino.
Silente appassivi,
il capo reclinando.
Mio fiore
che ora giaci
ai piedi di una croce.

(da “Bianchi cavalli”)

Primo dopoguerra

Soffia
il vento dice (“è l’ora di tornare?”)
le parole sulla pelle, la canzone
lacera il tempo, un frammento
di musica per vivere,
o una nenia per sopire il passato.

La radio accesa e noi intorno
un dolce dire negli sguardi
le prime voci di là del mare
la speranza in sommessi sorrisi.
La cena un coro di promesse
tramontava la notte e sorgevano pensieri
pace e vittoria appese alle pareti.
(da “mela liscia dell’indifferenza”)

Occhio alla luna

Qui la terra trema,
il vomere della parola si spunta
alla zolla dell’incoerenza
e camminiamo nell’erba alta
all’insidia delle vipere.
Sussulta il Capitolino
e i Ciceroni del giorno sappiano
che il verde dell’erba scolora,
le nevi ingrigiscono
e sangue cola dalle bocche.
Torniamo a cingere l’elmo
in queste strade senza voce
ferite di mancate promesse:
in mano, un gladio di parole
per appendere all’albero la luna.

(da “mela liscia dell’indifferenza”)

Nell’anima

La porta si chiuse sull’assenza
e l’ombra entrò nella cattedrale.
Nel buio, la musica di un organo,
nell’angolo il silenzio di un ricordo.

(da “mela liscia dell’indifferenza”)

Eco

Fra queste mura l’eco del tuo corpo,
infrequenti strade al di là del mare
delle sponde, dove raggio di sole
su freddi marmi od umili pietre
il rosso del tramonto all’orizzonte
accende del tuo nome l’infinito.

(da “mela liscia dell’indifferenza”)

In nidi di rose

Ho rifatto il letto mille volte
il vento secco delle foglie
- estate sorge col grano maturo -
ho cantato il volo delle rondini.
Su cometa di pioggia
i raggi perfetti dei tuoi astri
ora che rana percorre zolle
e affondano stivali e ali
in nidi di rose.

(da “mela liscia dell’indifferenza”)